Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma delle professioni, che coinvolge ben 14 figure. Le nuove regole, frutto di tre disegni di legge, riguardano gli avvocati, l’assetto generale degli ordini professionali e il settore sanitario. Rinviato, invece, l’esame della riforma per commercialisti ed esperti contabili. Ecco tutte le novitÃ
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Riforma delle professioni: cosa cambia per gli avvocati
La riforma delle professioni afferma l’autonomia degli avvocati, ripristina il giuramento professionale e rende di loro esclusiva pertinenza la consulenza e l’assistenza legale. Almeno quando svolte in modo continuativo e in rapporto alla funzione giurisdizionale. Al Consiglio nazionale forense il compito, invece, di aggiornare il codice deontologico.
L’incarico resta personale, anche quando l’avvocato svolge la sua attività in associazioni o società professionali. La riforma, ribadendo il principio dell’equo compenso, estende poi la responsabilità solidale nel pagamento a tutti i soggetti coinvolti in causa.
I contratti di associazione e le collaborazioni
I gruppi “forensi”, in virtù dei contratti di associazione, potranno dirsi tali solo se la maggioranza dei membri sarà composta da avvocati. Le società di professionisti potranno impiegare avvocati anche per attività di consulenza, ma nelle società di avvocati almeno 2/3 delle quote dovranno essere rappresentate da avvocati iscritti all’albo. Ai soci non professionisti resterà solo la possibilità di contributi tecnici o investimenti.
Per progetti in cui sono richieste competenze integrate, si potrà creare una rete professionale in collaborazione con gli altri ordini, come quelli dei commercialisti o degli ingegneri, a patto che siano presenti almeno due avvocati iscritti all’albo. L’iscrizione all’albo è indispensabile pure per gli avvocati impiegati negli enti pubblici.
Saranno compatibili con la professione anche i ruoli dell’amministratore di società di capitali, dell’agente sportivo e dell’amministratore condominiale. Resta la facoltà di insegnare o fare ricerca sulle materie giuridiche.
Riforma degli ordinamenti professionali: le novitÃ
Con il secondo ddl, si avvia una revisione organica di tutte le professioni regolamentate entro due anni. Tra le novità più importanti l’aggiornamento della formazione continua e dei tirocini, la semplificazione delle regole per le società tra professionisti, interventi per favorire il ricambio generazionale, la trasparenza nella governance degli ordini e la parità di genere.
L’equo compenso dovrà essere esteso a tutte le categorie di clienti e non soltanto a quelle di grandi dimensioni. Si dovrà dunque procedere con la definizione di parametri precisi per le varie professioni. Le categorie interessante sono quelle di agrotecnici, architetti, assistenti sociali, attuari, consulenti del lavoro, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, giornalisti, ingegneri, periti agrari, periti industriali, spedizionieri doganali e consulenti in proprietà industriale.
Specializzazioni e tutele
Particolare attenzione è stata riservata alle specializzazioni professionali: oltre alla riforma dei Consigli di disciplina, non più nominati dai presidenti dei tribunali ma dagli ordini professionali, la possibilità per le categorie di avviare percorsi per il riconoscimento delle specializzazioni interne e delle certificazioni di competenze. Una misura importante soprattutto per le categorie tecniche come gli ingegneri.
I professionisti in situazioni di difficoltà – come malattie gravi, infortuni o maternità – potranno rinviare le scadenze tributarie e contributive.
Riforma delle professioni sanitarie, cosa cambia
Il terzo provvedimento, legato alla legge di Bilancio 2025, interviene sulle professioni sanitarie e, in particolare sulla responsabilità professionale. Oltre ad aggiornare i percorsi formativi, adeguandoli alle innovazioni e alle necessità della medicina contemporanea, la riforma restringe la punibilità per omicidio colposo e lesioni personali colpose.
I sanitari potranno essere perseguibili solo per colpa grave, a condizione che abbiano rispettato le linee guida previste per il caso specifico. Il grado di colpa, poi, dovrà essere valutato anche in funzione di altri criteri come le carenze di personale, la mancanza di risorse, la complessità della patologia trattata.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it