Decreto fiscale 2025, via libera al ravvedimento speciale per sanare le violazioni: cosa cambia

Cambiano anche i controlli fiscali, dopo la condanna della Corte di giustizia europea. L'intervista all'avvocato finanziario Emanuele Di Maso.

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La commissione Finanze della Camera ha dato il via libera in tempi record al decreto fiscale 2025, che introduce un nuovo ravvedimento speciale legato al concordato preventivo per il biennio 2025-2026 e apporta modifiche ai controlli fiscali, con l’obiettivo di offrire maggiori garanzie ai contribuenti. Il testo, che sarà discusso in aula lunedì 21 luglio, passerà poi al Senato per la seconda lettura.

Cos’è il ravvedimento speciale 2025 e chi può accedere

Il ravvedimento speciale è un’opzione di regolarizzazione che permette ai contribuenti di rimediare a errori nelle dichiarazioni fiscali, versando:

  • le imposte dovute;
  • gli interessi legali;
  • e una sanzione ridotta al 1/18 del minimo previsto per legge.

Questa è un’opportunità temporanea, valida fino al 31 ottobre 2025, rivolta sia a persone fisiche che imprese, per sanare violazioni non ancora contestate. Possono beneficiare del nuovo ravvedimento:

  • contribuenti autonomi e professionisti che optano il concordato preventivo nel biennio 2025‑2026 possono “scudare”, cioè sanare, le annualità dal 2019 al 2023, replicando lo schema già sperimentato lo scorso anno;
  • chi ha presentato dichiarazioni incomplete o errate entro l’anno d’imposta 2023 (modelli Redditi, Iva, 770, Irap);
  • sono comprese  anche violazioni formali, come errata indicazione dei dati catastali o omessi adempimenti accessori.

Sono esclusi:

  • i contribuenti già coinvolti in processi verbali di constatazione, atti di accertamento esecutivo, o sentenze definitive;
  • le violazioni connesse a reati tributari.

Le novità sul concordato preventivo biennale

Secondo l’avvocato finanziario Emanuele Di Maso, “è una prosecuzione del concordato speciale già introdotto lo scorso anno per il 2024/2025, esteso ora al biennio 2025/2026. La novità sostanziale è che, per chi aderisce oggi, è possibile sanare tutte le annualità pregresse dal 2019 al 2023, mentre l’adesione dello scorso anno permetteva di regolarizzare solo fino al 2022”. Ma il vero punto di forza, aggiunge Di Maso, è che “questo concordato consente di sanare con agevolazioni legate agli indici ISA: ad esempio, chi ha un indice ISA pari a 10, il massimo, può pagare solo il 10% dell’imposta evasa. Si tratta, di fatto, di un condono, vantaggioso per chi ha pendenze pregresse o preoccupazioni fiscali”.

Il vantaggio, dunque, è duplice: sconto fiscale e protezione da controlli. “Per chi aderisce al concordato in un’ottica di crescita – prosegue Di Maso – il reddito viene tarato sulla media delle ultime annualità e si pagano imposte in modo prestabilito. È una scommessa che premia chi ha un fatturato stabile o consolidato”.

Scadenza e modalità di adesione al ravvedimento speciale

Il ravvedimento speciale potrà essere richiesto fino al 31 ottobre 2025, con la possibilità di saldare l’importo dovuto in un’unica soluzione o in rate mensili, fino a un massimo di 8 rate (l’ultima dovrà essere versata entro giugno 2026).

Per partecipare, sarà necessario:

  • compilare il modello F24 utilizzando i codici tributo specifici (che saranno disponibili a fine luglio);
  • presentare una dichiarazione integrativa se si apportano modifiche ai dati già dichiarati.

L’Agenzia delle Entrate pubblicherà a breve le istruzioni operative e una circolare interpretativa con esempi pratici.

Cosa cambia sui controlli fiscali

Uno degli aspetti più innovativi del decreto riguarda le nuove regole sui controlli fiscali, allineate agli indirizzi della Corte di giustizia europea.

“L’Italia – spiega l’avvocato Di Maso – è stata condannata a inizio 2025 perché i controlli fiscali non seguivano criteri di trasparenza. Da ora in avanti, i controlli non potranno essere più generalizzati o arbitrari, ma dovranno essere specificamentemotivati”.

In effetti, il decreto prevede un blocco delle verifiche ordinarie per i soggetti che aderiscono al concordato, a meno che non emergano violazioni gravi, come l’uso di fatture false. “Se si scopre, ad esempio, che all’interno del reddito concordato ci sono fatture false – precisa Di Maso – allora le verifiche possono riaprirsi. Ma in assenza di frodi evidenti, anche se i valori dichiarati non collimano perfettamente, il contribuente non sarà sottoposto a controlli ordinari”.

Questo approccio, sottolinea l’avvocato, garantisce “una maggiore tutela per il contribuente e segna un passaggio da un fisco autoritario a un fisco più collaborativo, orientato alla compliance”.

Quali sono i vantaggi

Il nuovo ravvedimento offre diverse opportunità:

  • sanzioni notevolmente ridotte (circa il 5,5% rispetto al 30% standard);
  • nessun contenzioso da avviare;
  • maggiore certezza legale e risoluzione delle questioni in sospeso;
  • diminuzione della pressione fiscale in caso di errori puramente formali.

Secondo il MEF, questa misura potrebbe generare fino a 2 miliardi di euro di entrate entro il 2026, promuovendo la compliance senza dover ricorrere a cartelle esattoriali o avvisi di accertamento.

Le differenze – Ravvedimento ordinario vs ravvedimento speciale 2025

CaratteristicaRavvedimento ordinarioRavvedimento speciale 2025
SanzioneDa 1/10 a 1/5 del minimo1/18 del minimo
TerminiEntro la scadenza ordinariaFino al 31 ottobre 2025
RateizzazioneNon previstaFino a 8 rate mensili
Atti pendentiAmmesso in presenzaNon ammesso
Ambito oggettivoPiù ristrettoPiù ampio

Il consiglio ai professionisti

Di Maso lancia infine un monito ai consulenti fiscali. “Dal punto di vista oggettivo, è a tutti gli effetti un condono. Quindi, come tale, è vantaggioso per chi ha delle preoccupazioni, in particolare per le annualità 2019-2023. Per quanto riguarda il concordato biennale 2025-2026, è comunque tendenzialmente favorevole, perché rappresenta un patto con il fisco che ti esonera da una serie di potenziali controlli. Se si ha una previsione di fatturato chiara, può essere un vantaggio. 

Un’altra novità importante riguarda il tema dei controlli. All’inizio del 2025, la Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia perché i controlli fiscali non seguivano regole sufficientemente trasparenti. Ci è stato imposto di adottare una normativa più chiara e trasparente per queste attività. Non possono più esserci controlli generalizzati: non è un approccio autoritario, ma motivato. Oggi c’è una maggiore tutela contro comportamenti aggressivi da parte dell’amministrazione. Il controllo, quindi, non può avvenire in modo arbitrario, ma solo in presenza di effettive violazioni”.

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Cristina Siciliano

Giornalista e scrittrice

Giornalista pubblicista, classe ‘97, con una solida formazione classica. Dopo la laurea conseguita con lode in Filologia Moderna, ho frequentato un Master in giornalismo politico-economico multimediale presso la 24ORE Business School. Ho collaborato con testate nazionali, come Leggo.it, e locali. Sono autrice del libro Breviario del silenzio: tra anima e parole, edito da Affiori, marchio di Giulio Perrone Editore.

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