Dazi Trump: arriva lo stop del Tribunale del Commercio USA: cosa sta succedendo

Dopo un'escalation di dazi, Trump viene fermato dal Tribunale del Commercio USA, che dichiara illegittime le percentuali imposte ai vari paesi del mondo.

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dazi trump sospesi 9 luglio 2025

Dopo quella che sembrava essere una vera e propria escalation relativamente ai dazi imposti dal presidente americano Trump, arriva lo stop, chiaro e netto, da parte della Corte federale del Commercio USA. Una svolta inattesa, ma che potrebbe avvantaggiare tutti i paesi su cui erano stati imposti dei dazi.

La Corte ha infatti dichiarato che il presidente non avrebbe l’autorità per imporre dazi a senso unico verso altri paesi del mondo. L’amministrazione del presidente ha risposto nell’immediato presentando un ricorso.

Va ricordato che Trump aveva recentemente deciso di accettare le richieste europee e in particolare di Ursula von der Leyen, sospendendo i dazi al 50% per l’UE fino al 9 luglio 2025. In precedenza infatti aveva annunciato la volontà di innalzare in modo esponenziale le tasse sull’export europeo in USA, rispetto al 20% stabilito inizialmente.

Dazi Trump: lo stop dei giudici

I giudici hanno decretato che il presidente Trump ha agito contro le regole, in quando ha utilizzato impropriamente l’International Emergency Economic Powers Act, ovvero l’opzione che gli permette di regolamentare il commercio in caso di emergenza nazionale.

Dopo un lungo periodo di incertezza, in cui molti paesi del mondo hanno visto un innalzamento esponenziale delle imposte da pagare per vendere negli USA, arriva lo stop chiaro da parte della Corte federale del Commercio americana.

La Corte ha subito annullato alcuni dei dazi imposti da Trump, a partire da quelli cinesi e canadesi, impostando una percentuale al 10% per la maggior parte dei paesi del mondo. Subito dopo, l’amministrazione del presidente ha fatto ricorso, per cui si attende di sapere come evolverà il caso.

Dazi Trump: sospensione fino al 9 luglio 2025

Prima di questo passaggio, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva convinto il Presidente Trump a dare più tempo all’Europa, con l’intenzione di portare avanti i colloqui per il raggiungimento di accordi fruttuosi. Lo stop momentaneo è in ogni caso un sollievo per gli Stati europei (e quindi per tutte le imprese e professionisti che propongono prodotti e servizi all’estero, in particolare negli USA) ma allo stesso tempo Trump aveva recepito in modo positivo la volontà europea di procedere al meglio con i negoziati.

Questo però richiedeva l’intervento tempestivo dell’Europa per trovare accordi vantaggiosi, andando a rimediare al clima di tensione delle ultime settimane. L’annuncio del presidente americano di innalzare ulteriormente i dazi, fino alla percentuale esorbitante del 50%, è arrivato a dire del tycoon a seguito dell’atteggiamento sanzionatorio e le barriere commerciali dell’Europa.

Trump aveva infatti sostenuto che al centro della crisi commerciale americana, che ha portato gli USA ad avere più di 250.000.000 di dollari di deficit all’anno, ci sarebbero le multe UE alle aziende, le barriere commerciali e le manipolazioni sulla moneta, portate avanti dall’UE.

Se in un primo momento però la situazione si era fatta critica, con il congelamento dei dazi fino al 9 luglio 2025 si sono aperte le porte per un recupero, per cui l’Europa ora ha comunque più tempo per intervenire con il dialogo, in una montagna russa che la vede impegnata ormai da mesi con gli USA.

La risposta delle imprese ai dazi

Nel frattempo moltissime imprese europee, anche italiane, decidono di risolvere la situazione spinosa spostando la propria produzione direttamente negli USA. Primo tra tutti il settore automotive, che ha visto diversi nomi noti potenziare le sedi di produzione in USA proprio per evitare i dazi, prima tra tutti la Toyota.

Stellantis invece aveva deciso di sospendere la produzione in Canada e in Messico, lasciando a casa temporaneamente 900 lavoratori da 5 stabilimenti.

Se da un lato lo slittamento dei dazi potrebbe dare buoni frutti, va segnalato anche che la strategia di Trump ha attirato l’attenzione delle imprese di tutto il mondo. Non resta che vedere cosa accadrà da ora fino al 9 luglio 2025, e quali saranno i prossimi accordi per scongiurare dazi al 50%.

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