La manovra 2026 riceve il via libera della Commissione europea. L’Italia, quindi, potrà attuare le politiche di bilancio per l’anno prossimo come previsto. L’approccio finanziario è stato giudicato “neutro”, perché non prevede l’aumento delle spese ma mantiene la situazione attuale. L’ok della Commissione europea arriva quindi per via della strategia di contenimento della spesa pubblica che il governo Meloni intende adottare, per garantire la sostenibilità del bilancio.
La manovra passa il vaglio UE, cosa succede ora?
La manovra del governo passa il controllo di conformità alle regole europee, questo rafforza la credibilità del Paese sui mercati e nei confronti delle istituzioni europee, ma non solo. L’Italia era già sotto una procedura per deficit eccessivo. L’approvazione della manovra permette di mantenere la procedura sospesa, dando tempo al governo di consolidare le finanze pubbliche senza rischiare sanzioni immediate.
La Commissione europea continuerà a monitorare l’andamento della spesa e delle entrate nel corso del 2026, valutando se il governo mantiene la politica fiscale prudente e la riduzione del rapporto deficit/PIL. Se durante l’anno i dati economici dovessero peggiorare, la Commissione potrebbe suggerire aggiustamenti o raccomandazioni aggiuntive per garantire la stabilità finanziaria.
I Paesi promossi insieme all’Italia e quelli a rischio
La manovra italiana non è stata l’unica che ha passato l’esame. Dei 17 documenti programmatici di bilancio esaminati dalla Commissione, infatti, dodici sono risultati conformi. L’Italia è stata promossa insieme a Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo e Slovacchia.
Questi i Paesi che sono stati “invitati a continuare ad attuare le politiche di bilancio nel 2026, come previsto”, confermando la validità dei piani adottati per garantire stabilità e crescita sostenibile.
Per alcuni Stati membri, i giudizi sono stati differenti: Bulgaria, Ungheria e Spagna sono stati indicati a rischio di non conformità. Sono invece nove gli Stati attualmente interessati dalla procedura per deficit che hanno visto sospesa la procedura: Austria, Belgio, Francia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia.










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it