Conflavoro Pmi e Confintesa hanno recentemente compiuto un passo storico, colmando un significativo vuoto normativo nel panorama del lavoro italiano, sottoscrivendo il primo Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) specifico per il settore della ricerca clinica. La firma istituisce un quadro di riferimento per una filiera considerata essenziale per la tutela della salute pubblica. Questo accordo si configura come un vero e proprio strumento di politica industriale, riconoscendo la specificità e l’alta professionalizzazione del comparto. Pone le basi per una maggiore competitività delle aziende e per l’ulteriore sviluppo della filiera medico-scientifica nazionale.
“Il nuovo CCNL introduce una struttura contrattuale che punta a consolidare la competitività dell’intera filiera della ricerca clinica nazionale – dichiara il presidente di Conflavoro Pmi Sanità e consigliere nazionale Conflavoro, Gennaro Broya de Lucia -. Regole chiare, ruoli definiti e retribuzioni sopra la media rafforzano la capacità del settore di attrarre investimenti e talenti, trattenere competenze qualificate e garantire standard operativi di qualità. Il risultato è una filiera più solida, con sperimentazioni più rapide, affidabili e utili al sistema sanitario nazionale”.
Mansionario specifico e trasparenza: i vantaggi per i ruoli nella ricerca clinica
Il nuovo contratto abbraccia l’intero ecosistema della ricerca clinica, offrendo per la prima volta un perimetro chiaro e omogeneo che include società private, contract research organization (Cro) ed enti del terzo settore. Una delle innovazioni più rilevanti è l’introduzione di un mansionario specifico. Questo strumento codifica ruoli e competenze delle figure che operano nella ricerca medico-scientifica, definendo aree funzionali ben distinte e superando così l’attuale frammentazione.
La Confederazione sottolinea come l’enfasi sulla formazione e l’introduzione di un mansionario specifico rispondano direttamente alla necessità di riconoscere e sviluppare l’esperienza e l’elevata professionalità del personale della ricerca. “Il mansionario mette ordine in un settore dove i ruoli sono spesso poco chiari. Definisce chi fa cosa, quali competenze servono e come si articola ogni funzione nelle diverse aree della ricerca – specifica Broya de Lucia -. Questo riduce sovrapposizioni di ruoli, aumenta la trasparenza e permette a tutti gli attori, dalle cro agli enti del terzo settore, di collaborare con procedure più uniformi e prevedibili. Oltre chiaramente a riconoscere le reali competenze delle risorse umane, valorizzandole e inquadrandole nel ruolo che meritano”.
CCNL ricerca clinica, benefici per pazienti e filiera sanitaria: sperimentazioni più rapide e affidabili
Sul piano economico, il contratto introduce un impianto di livello elevato, stabilendo le retribuzioni più alte in Italia per il settore. La tabella retributiva è unica e articolata su undici livelli. L’accordo pone al centro tematiche fondamentali come il benessere dei lavoratori, la sicurezza sul lavoro e la salute. Il sistema di ferie e permessi è specificamente pensato per premiare l’esperienza maturata dal personale. Centrale è anche l’investimento sulla formazione e sulla crescita professionale.
L’apprendistato è configurato come strumento primario per attrarre nuove competenze nel settore, mentre per i profili più maturi sono previste soluzioni contrattuali flessibili, che favoriscono l’ingresso anche di chi proviene da percorsi differenti. L’attenzione al trattamento economico e normativo, in linea con la strategicità del settore, e l’attenzione al welfare e alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, rafforzano ulteriormente la tutela dei lavoratori. Il contratto rappresenta un asset decisivo, garantendo tutele commisurate al valore della filiera e segnando un importante passo avanti per i lavoratori che ogni giorno contribuiscono all’innovazione in questo settore vitale.
“Le retribuzioni più alte del settore, insieme a un sistema di welfare, ferie, permessi ed enti contrattuali progettato in modo più moderno, valorizzano chi ha esperienza e rendono il comparto più attraente per i giovani che vogliono entrare nel mondo della ricerca clinica”, sottolinea il presidente di Conflavoro Pmi Sanità. Per Broya de Lucia, in questo modo le aziende possono trattenere figure esperte e allo stesso tempo attirare nuove competenze strategiche. “Più stabilità contrattuale e più professionalità significano sperimentazioni più affidabili, processi più rapidi e risultati scientifici più solidi a beneficio dei pazienti e dell’intero ecosistema nazionale – aggiunge -. Le aziende che operano in sanità non si occupano ‘solo’ di ricerca o forniture ma sono parte integrante del sistema salute Italia”.
“Il nostro lavoro è tutelare il sistema da lacune come nel caso di questo nuovo contratto nazionale o storture come per la battaglia che stiamo combattendo sul fronte medtech payback. Ciò che conta sapere – conclude – è che Conflavoro, grazie all’incessante opera delle sezioni provinciali, del direttivo e soprattutto del presidente Roberto Capobianco, è presente come una realtà vicina alle imprese come ponte con le istituzioni a difesa di chi lavora per rendere ogni giorno grande l’Italia”.












Mario Catalano
Giornalista