Dopo anni di polemiche su come rilanciare il lavoro giovanile e l’imprenditorialità nel Sud Italia, arriva ora Resto al Sud 2.0: un’iniziativa ambiziosa, rinnovata e ben strutturata, pensata per dare una spinta alla crescita economica nelle zone più vulnerabili del Paese. Il decreto attuativo, firmato dal ministero del Lavoro insieme al ministero per il Sud e al ministero dell’Economia, rappresenta un vero cambiamento nell’approccio all’autoimpiego giovanile.
Resto al Sud 2.0: che cos’è e cosa prevede
Resto al Sud 2.0 è un’evoluzione dell’incentivo preesistente “Resto al Sud” che è stato operativo negli anni precedenti. Creato ai sensi dell’articolo 18 del decreto legislativo 60/2024 e disciplinato da un decreto interministeriale del luglio 2024, Resto al Sud 2.0 è un incentivo completamente a fondo perduto rivolto ai giovani che desiderano costituire una partita IVA, una ditta individuale, una società o un libero professionista nelle regioni meridionali d’Italia. L’iniziativa è finanziata con un totale di 700 milioni di euro dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) e ulteriori 100 milioni di euro dal fondo di recupero dell’Italia. Inoltre, fa parte del più ampio “Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro” 2021-2027.
Chi può accedere: i requisiti per partecipare
Il programma Resto al Sud 2.0 è pensato per i giovani tra i 18 ai 35 anni non compiuti, che siano residenti o desiderino avviare un’attività al Sud o nelle Isole: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia (Misura RSUD). Inoltre, i partecipanti devono essere inoccupati o inattivi, compresi coloro che rientrano del programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori). Non possono partecipare invece coloro che, nei sei mesi precedenti, hanno svolto attività con un codice ATECO identico a quello proposto.
Le agevolazioni
Sono previsti due tipi di incentivi:
- voucher diretto fino a 40.000 euro per il Sud (che possono arrivare a 50.000 euro per investimenti innovativi, digitali o sostenibili);
- contributi per programmi di investimento, fino al 70% per progetti più grandi (fino a 200.000 euro) e fino al 75% per i progetti al di sotto dei 120.000 euro.
Le spese ammissibili comprendono:
- macchinari, impianti, software, marchi, piattaforme digitali;
- consulenze tecnico-specialistiche (fornite da ETS);
- opere edili fino al 50% dell’investimento (solo per i programmi più ampi).
Formazione e tutoraggio: il ruolo di Invitalia ed ENM
A differenza della versione precedente, Resto al Sud 2.0 offre un supporto formativo coordinato dall’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) e servizi di tutoraggio gestiti da Invitalia, che si occuperà anche della gestione delle domande e dell’erogazione dei fondi.
Un ecosistema pensato per trasformare idee in imprese concrete, attraverso supporto pratico, orientamento e strumenti digitali. Come e quando presentare domanda Le domande saranno gestite da Invitalia in modalità a sportello (fino a esaurimento fondi). L’intero processo avverrà online tramite SPID o CIE.
In sintesi, ecco i punti chiave della misura:
Beneficiari | Giovani tra 18 e 35 anni – disoccupati / inoccupati / inattivi – inclusi soggetti GOL e categorie svantaggiate |
Ambito territoriale | Regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia – Centro-Nord (con misura parallela “ACN”) |
Le attività ammesse | Lavoro autonomo con partita IVA – impresa individuale – Società (SNC, SAS, SRL, cooperative) – libere professioni anche in forma associata |
Spese ammissibili (voucher) | Attrezzature e macchinari nuovi – software, app, piattaforme digitali – marchi, brand, portali web – consulenze specialistiche da ETS (max 30%) |
Spese escluse | Terreni, immobili, leasing – consulenze legali/fiscali – materie prime, utenze, personale, locazioni |
Voucher con contributi a fondo perduto 100% | Fino a 40.000 euro e fino a 50.000 euro per investimenti green e digitali |
Contributo a fondo perduto per programmi d’investimento | Fino a 75% per investimento minore o uguale a 120.000 euro Fino al 70% per investimento da 120.000 euro a 200.000 euro |
Durata ammissibile delle spese | Voucher: entro 9 mesi (prorogabili a 12) – programmi d’investimento: 16 mesi (prorogabili a 20) |
Formazione e accompagnamento | Coordinamento da ENM (Ente Nazionale per il microcredito) tutoraggio da Invitalia servizi gratuiti pre e post avvio |
Gestione e procedura | Domanda online tramite Invitalia – valutazione a sportello – obbligo SPID/CIE/CNS per l’accesso |
Dotazione finanziaria complessiva | 800 milioni di euro totali – 700 milioni da FSE+ – 100 milioni da PNRR |
Erogazione contributo | Possibilità di SAL (Stato Avanzamento Lavori) dopo 3 mesi – saldo entro 3 mesi dalla spesa finale – Invitalia verifica beni e attività |
Come presentare domanda
Le domande vanno presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma gestita da Invitalia, che sarà attivata con apposito avviso.
Per l’accesso è obbligatorio disporre di:
- SPID (Sistema Pubblico di identità Digitale);
- CIE (Carta d’identità Elettronica);
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
Le domande verranno valutate in ordine cronologico di presentazione, fino ad esaurimento fondi. Circa le tempistiche:
- le domande potranno essere presentate sulla piattaforma online gestita da Invitalia, dalla data di apertura dello sportello, che sarà stabilita da apposito provvedimento del ministero del Lavoro (art. 32 del decreto);
- inoltre, l’attività può essere avviata fino a un mese prima della domanda, ma deve risultare inattiva al momento della presentazione.
Documentazione da allegare
Il richiedente dovrà presentare:
- domanda compilata in ogni sua parte;
- business plan dettagliato, con indicazione delle spese, obiettivi e sostenibilità economica;
- documentazione d’identità e dichiarazioni sostitutive;
- eventuali atti societari, in caso di attività in forma collettiva;
- copia del contratto con l’ente del terzo settore, se si usufruisce del supporto per tutoraggio e consulenze (art. 24).
Cristina Siciliano
Giornalista e scrittrice