Si è chiusa con oltre 16,6 miliardi di euro di ordini la sesta emissione del BTP Valore ottobre, il titolo di Stato riservato ai risparmiatori retail in collocamento nel corso di questa settimana. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che sono stati registrati oltre 506 mila contratti, con un importo medio di 32.688 euro. Ci sono state, come per ogni emissione, puntate “da paperone”, anche se dal Tesoro fanno sapere che oltre la metà degli acquisti ha avuto un importo inferiore a 20 mila euro.
BTP Valore ottobre: il rendimento
I tassi minimi garantiti sono stati confermati al 2,6% per i primi tre anni, 3,1% per il quarto e il quinto e 4% per l’ultimo biennio, con premio fedeltà dello 0,8% per chi porterà il titolo a scadenza nel 2032. Il rendimento netto medio a scadenza sarà del 2,84%.
Secondo le informazioni raccolte dai dealer e riportate dal MEF, circa il 70% delle sottoscrizioni sarebbe arrivato da investitori retail, con una quota minoritaria attribuita invece al canale del private banking. Sono dati che confermano la centralità del risparmiatore individuale nel successo di questa formula.
Come spiegare il successo di BTP Valore
Perché gli italiani hanno scelto di investire con il BTP Valore ottobre? Intanto perché ha beneficiato del superamento della soglia psicologica del 3% di rendimento medio lordo, in un contesto in cui i tassi di mercato sono previsti in discesa.
Cedole trimestrali, premio fedeltà e meccanismo “step up”, poi, consolidano la percezione di un investimento sicuro e premiante nel tempo. Molti risparmiatori hanno visto in questa emissione un modo per bloccare tassi ancora favorevoli prima che la politica monetaria torni più espansiva, dunque meno favorevole per il mercato dei bond.
La prudenza degli investitori
Ma il successo non è solo di natura finanziaria, racconta anche l’approccio prudente dell’investitore medio italiano rispetto ai mercati. Un approccio certe volte più guidato dalla paura e dal timore di perdere che dalla ricerca delle performance.
Il timore della volatilità, dei mercati esteri poco comprensibili e degli strumenti più complessi hanno permesso al BTP Valore di intercettare un bisogno psicologico prima ancora che finanziario: trasformare la liquidità in un’entrata prevedibile.
I 16,6 miliardi raccolti rappresentano un risultato significativo per il Tesoro, ma anche la conferma di una tendenza ormai consolidata: una parte consistente del risparmio privato italiano continua a preferire strumenti semplici, domestici e percepiti come affidabili.
Secondo i dati delle ultime emissioni e le analisi della Banca d’Italia, la maggior parte delle sottoscrizioni avviene utilizzando liquidità già presente sui conti correnti. In questo senso, la raccolta dei BTP Valore non segnala tanto un aumento dell’appetito per il rischio e in generale per l’investimento quanto il desiderio di mantenere il capitale in titoli reputati vicini e relativamente stabili.
La durata settennale e il rendimento netto effettivo del 2,84% netto offrono una remunerazione regolare, ma limitata sul piano reale se confrontata con l’inflazione attesa che dovrebbe oscillare tra il 2% e il 3%. Una scelta che Partitaiva.it aveva già previsto e segnalato per suoi limiti sul piano reale nel mantenere effettivamente la promessa di tutela del potere di acquisto.
Dati in sintesi
- Importo raccolto: 16,57 miliardi di euro.
- Numero di contratti: 506.992.
- Ticket medio: 32.688 euro.
- Quota stimata di investitori retail: circa 70%.
- Durata: 7 anni (scadenza 28 ottobre 2032).
- Tassi annuali: 2,60% (1°–3° anno), 3,10% (4°–5°), 4,00% (6°–7°).
- Premio fedeltà: 0,8% finale.
- Rendimento effettivo medio: 3,24% lordo – 2,84% netto.












Davide Marciano