Volo in ritardo o cancellato, come ottenere il risarcimento dei danni professionali

Un viaggio di lavoro che salta può tradursi in un grave inconveniente, come la perdita di un cliente o di un incarico.

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Se un volo è in ritardo o viene cancellato,  può causare danni economici e professionali a chi viaggia per lavoro. Imprenditori, professionisti, manager, dirigenti e dipendenti, rischiano di perdere opportunità importanti: appuntamenti saltati, contratti non firmati, incarichi compromessi. Lo sanno bene anche coloro che hanno subìto gli effetti degli scioperi Ryanair ad agosto. Ma cosa si può fare per ottenere, oltre all’indennizzo, pure il risarcimento dei danni professionali? Ecco cosa prevede la normativa e i consigli dell’esperta.

Volo in ritardo o cancellato: normativa europea e novità in arrivo

I diritti dei viaggiatori in caso di voli cancellati o in ritardo sono scritti nero su bianco grazie alla normativa europea 261/2004 che mira a disciplinare le dispute. Il regolamento attuale stabilisce che, in caso di ritardi oltre le tre ore o cancellazioni, il passeggero può ottenere un indennizzo tra i 250 e i 600 euro, a seconda della tratta:

  • 250 euro se breve, fino a 1500 km;
  • 400 euro se media, dai 1501 ai 3500 km;
  • 600 euro se lunga oltre 3500 km.

Il diritto spetta sempre alla persona che viaggia, anche se il biglietto è stato acquistato dall’azienda, da un cliente o da un intermediario. La cifra viene riconosciuta a meno che la compagnia dimostri che il disservizio sia dipeso da cause eccezionali: condizioni meteo estreme, chiusura dello spazio aereo, scioperi imprevedibili o gravi emergenze tecniche.

Con le nuove regole promosse dal Consiglio trasporti dell’Unione europea, attualmente in fase di approvazione, cambiano però i parametri. Il risarcimento di 300 euro scatterà solo per ritardi oltre le quattro ore sulle tratte fino a 3.500 chilometri, mentre per quelle più lunghe serviranno sei ore di ritardo per avere diritto a 500 euro. Aumentano quindi le soglie minime, ma si introducono strumenti pensati per semplificare: moduli di reclamo precompilati, informazioni più chiare e risposte obbligatorie da parte delle compagnie entro 14 giorni. A ciò si affiancano le previsioni della Convenzione di Montreal, che permette di chiedere risarcimenti supplementari per danni patrimoniali e morali, inclusi quelli legati all’attività lavorativa. In questi casi, però, serve una prova dettagliata.

Come ottenere il risarcimento del danno professionale

Nel caso in cui un volo cancellato impedisca, per esempio, a un avvocato di presenziare a un’udienza o a un consulente di partecipare a una riunione decisiva, è possibile chiedere un risarcimento per la mancata occasione professionale. Secondo l’avvocata Sandra Aromolo, specializzata anche in diritto dei trasporti, il danno va dimostrato con precisione. “Non basta subire il ritardo, occorre documentare la rilevanza dell’impegno mancato e il fatto che non potesse essere rimandato: una convocazione ufficiale, una lettera del cliente che attesti la perdita dell’incarico o della fiducia – sottolinea -. Serve provare che si è persa una concreta opportunità lavorativa. Inoltre, il diritto al rimborso spetta sempre al lavoratore, anche se il biglietto è stato acquistato dall’azienda. Bisogna presentare un reclamo alla compagnia aerea e, se questa non dovesse rispondere, è necessario avviare un’azione giudiziaria”.

L’indennizzo base previsto dal regolamento, infatti, copre solo il disagio del viaggio. Per ottenere di più, è necessario rivolgersi al giudice e produrre prove specifiche. È una procedura più complessa, ma nei casi gravi, come la perdita di un cliente o la rinuncia forzata a un incarico professionale, può fare la differenza. Aromolo cita un caso personale: “Un mio volo dalla Spagna subì un ritardo tale da impedirmi di arrivare in tempo per un’udienza importante. Ho documentato l’assenza con il verbale, la nomina del sostituto e la rilevanza dell’impegno. È stato un danno concreto alla mia attività e, in quel caso, ho agito legalmente”.

La documentazione che serve

L’elemento chiave resta la prova del danno. Il professionista deve raccogliere tutta la documentazione utile: carte d’imbarco, ricevute di spese extra (hotel, taxi, pasti), comunicazioni con clienti, e-mail che attestino l’impegno mancato. In assenza di queste prove, il risarcimento rischia di ridursi alla sola cifra forfettaria prevista dal Regolamento. “Con le nuove regole, nel caso in cui il volo venga cancellato e la compagnia non offra una riprotezione entro tre ore, il passeggero potrà organizzarsi autonomamente, prenotare un altro volo e chiedere un risarcimento fino al 400% del costo del biglietto. Ma anche qui occorre essere pronti a dimostrare di aver agito in modo tempestivo e motivato”.

Chi non ne ha diritto

I passeggeri che hanno diritto a tali tutele devono essere in possesso di un biglietto aereo valido, una prenotazione confermata e devono presentarsi al check-in nei modi e nei tempi indicati per iscritto dalla compagnia aerea, dall’operatore turistico o da un agente di viaggio autorizzato. Invece, non ne ha diritto chi viaggia gratuitamente o ad una tariffa ridotta non accessibile, direttamente o indirettamente, al pubblico (ad esempio i dipendenti delle compagnie aeree, delle agenzie di viaggio o dei tour operator). Oppure, a chi viene negato l’imbarco per motivi di salute, di sicurezza o in caso di documenti di viaggio non validi.

Il consiglio, dunque, è agire subito. Presentare reclamo formale alla compagnia entro sei mesi, informarsi sul motivo ufficiale del disservizio e, se la risposta tarda ad arrivare o viene negata, rivolgersi all’Enac o valutare un’azione giudiziaria, anche tramite la procedura europea per le controversie di modesta entità. “La normativa europea riconosce con chiarezza che un volo in ritardo non è solo un problema logistico, ma può avere ripercussioni reali e quantificabili sull’attività professionale. Chi viaggia per lavoro deve sapere che può difendere i propri diritti”, conclude l’avvocata.

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Cristina Siciliano

Giornalista e scrittrice

Giornalista pubblicista, classe ‘97, con una solida formazione classica. Dopo la laurea conseguita con lode in Filologia Moderna, ho frequentato un Master in giornalismo politico-economico multimediale presso la 24ORE Business School. Ho collaborato con testate nazionali, come Leggo.it, e locali. Sono autrice del libro Breviario del silenzio: tra anima e parole, edito da Affiori, marchio di Giulio Perrone Editore.

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