- La nota azienda automotive giapponese Toyota sta valutando di produrre il SUV RAV4 direttamente negli Stati Uniti.
- La volontà di spostare la produzione negli USA sarebbe la diretta conseguenza dei dazi imposti da Trump nell’ultimo periodo, per cui risulterebbe più conveniente operare direttamente in America.
- Questo è un esempio di risposta immediata di una nota azienda internazionale di fronte alle nuove tasse introdotte dal presidente americano, per limitarne l’impatto.
La nota azienda automotive Toyota potrebbe presto stabilirsi in America per la produzione del SUV RAV4, a fronte della crescente domanda USA di questo tipo di veicolo e allo stesso tempo come risposta ai dazi introdotti a Trump.
In questo caso l’azienda valuterebbe più conveniente produrre direttamente sul territorio americano, ovvero in Kentucky. Inizialmente intendeva condurre la produzione di quest’auto solamente in Canada e Giappone, a discapito della sede già presente in America.
I dazi di Trump stanno comportando però un cambiamento di paradigma, per cui la sede produttiva in Kentucky potrebbe diventare la principale per questo SUV. In alternativa, la Toyota dovrebbe affrontare la tassazione aggiuntiva del 25% sui veicoli importati negli USA.
Indice
Spostare la produzione negli USA: la decisione Toyota
Per il momento non è ancora nulla di certo, ma la nota azienda giapponese presto potrebbe spostare la maggior parte delle operazioni di produzione del nuovo SUV RAV4, uno dei più richiesti dagli americani, negli USA. La decisione sarebbe puramente di tipo commerciale e quindi economico.
La Toyota, ma non solo questa casa automobilistica, sta decidendo di produrre negli USA per evitare il pagamento aggiuntivo di dazi all’America nel momento in cui i cittadini USA importano i mezzi.
Nello specifico l’azienda intendeva, precedentemente all’introduzione dei dazi di Trump, concentrare la produzione in altre sedi, ovvero Giappone e Canada, per poi esportare le auto negli USA in un momento seguente. Questa operazione però poteva diventare molto dispendiosa per la nota azienda internazionale, proprio a causa delle recenti decisioni di Trump di favorire l’economia interna imponendo dazi.
Di conseguenza, la produzione del nuovo SUV sarà collocata nella sede già presente dell’azienda in Kentucky, un cambio di rotta non indifferente per il territorio americano. La strategia dell’azienda punta quindi a implementare la produzione direttamente sul suolo USA in modo da limitare il peso dei costi.
Case automobilistiche e dazi USA: cosa sta accadendo
La Toyota non è l’unica azienda nel settore automotive a decidere di produrre sul territorio americano proprio per evitare i dazi: una scelta analoga la stanno prendendo anche altre note imprese, come Honda e Nissan.
I dazi introdotti dal presidente americano implicano un aumento della tassazione del 25% intorno ai veicoli esportati nel continente, per cui molte aziende stanno correndo ai ripari per continuare a vendere negli USA. La decisione quindi di spostarsi in America ha motivi puramente economici e commerciali, ma potrebbe favorire la stessa economia americana.
La casa automobilistica Honda, per fare un altro esempio, ha spostato la produzione della sua auto ibrida Civic in America, proprio in risposta alle nuove dinamiche geopolitiche che hanno investito l’economia mondiale. In questo caso la produzione si concentra nello stabilimento dell’azienda in Indiana, con uno stop alla produzione di quest’auto in Giappone entro l’estate 2025.
Nissan allo stesso modo sta valutando lo spostamento di una parte di produzione negli USA, pur mantenendo le altre sedi operative. Ma anche le case automobilistiche europee stanno decidendo di agire in modo similare, per correre ai ripari contro i dazi USA.
Oltre ad agire aumentando i prezzi e incrementando la produzione locale, alcuni noti nomi europei dell’automobile stanno pianificando strategie mirate a contrasto delle nuove tasse. Volkswagen ad esempio ha annunciato l’arrivo di una tassa di importazione sul costo dei veicoli, inoltre ha momentaneamente sospeso le spedizioni ferroviarie di mezzi dal Messico agli Stati Uniti, in attesa di una pianificazione attenta sui prossimi passi.
La stessa Stellantis sta progettando di investire ulteriormente negli Stati Uniti, proprio per contrastare gli aumenti previsti dai dazi doganali dell’amministrazione Trump.
Dazi USA: l’impatto sull’automotive e sull’economia
L’impatto dei dazi sulle case automobilistiche di tutto il mondo è notevole. Per l’automotive questo cambiamento equivale ad una nuova sfida da affrontare, in un periodo in cui l’intero settore è coinvolto da grandi trasformazioni soprattutto in Europa.
Ma come si traduce questo per l’economia americana? Gli spostamenti di produzione in America in realtà stanno portando buoni risultati per l’USA. Aumentano nella pratica gli investimenti negli Stati Uniti, tenendo conto che molte aziende sono già presenti in questo territorio.
Le grandi case automobilistiche spostano quindi la propria attenzione verso gli USA, segno che la decisione di Trump, seppur radicale, di introdurre dazi, sta in qualche modo funzionando per l’America. Va considerato che se le multinazionali investono negli USA portano a questo territorio risorse, lavoro, nuove opportunità e nuovi canali di espansione.
In questo senso, l’invito della politica di Trump è chiaro: incentivare le aziende nel mondo a spostarsi negli USA al posto di continuare a produrre in altri paesi, pagando i dazi.
L’automotive non è il solo settore che è coinvolto da un cambiamento in questo senso: anche altre aziende note stanno ipotizzando (e alcune hanno già messo in pratica) di spostarsi sul suolo americano. Parliamo di nomi come Illy caffè e Lavazza, il gruppo Sila, perfino noti marchi italiani di produzione del vino.
Va evidenziato che, se per le grosse aziende questa può essere una valida strategia per sopravvivere ai nuovi dazi, le cose sono diverse per le piccole e medie realtà, per cui comunque spostare la produzione sarebbe dispendioso.
Valeria Oggero
Giornalista