- Il reddito di cittadinanza presto potrebbe cambiare volto, diventando MIA: Misura di Inclusione Attiva. Le imprese potranno accedere a importanti sgravi contributivi per le assunzioni.
- La nuova misura secondo le ipotesi andrà a fare una distinzione tra famiglie povere con persone occupabili al lavoro e famiglie con persone non occupabili (come minori o pensionati).
- In base alla modifica prospettata, l’importo della misura potrebbe cambiare.
Si parla attualmente di riforma del reddito di cittadinanza, ovvero di cambiare volto a questa misura molto discussa dall’attuale governo. L’RdC attualmente garantisce un’erogazione mensile a tutti coloro che si trovano in una situazione di disoccupazione, ed è integrato con un percorso di inserimento nel mondo del lavoro.
Tuttavia questa misura ha destato numerose critiche negli scorsi mesi, anche a causa degli abusi intorno a tale sostegno. Il reddito di cittadinanza secondo le prime ipotesi potrebbe cambiare nome, diventando MIA, ovvero Misura di Inclusione Attiva, a rimarcare l’obiettivo di introdurre il cittadino disoccupato al lavoro.
Ricordiamo che il reddito di cittadinanza attualmente è erogato con una carta RdC, ed è accessibile da chi rientra in determinati requisiti. Oggi è anche possibile aprire una partita Iva chiedendo un anticipo al sostegno. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare con la nuova misura MIA.
Indice
Il reddito di cittadinanza cambia volto: diventerà MIA
Secondo le prime indiscrezioni, per cui comunque si attende una conferma, il reddito di cittadinanza presto sarà sostituito dalla misura MIA, Misura di Inclusione Attiva. Questa decisione potrebbe segnare la fine del reddito di cittadinanza entro giugno 2023, oppure entro la fine dell’anno.
Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha spiegato che il cambiamento pone l’accento proprio sulle politiche attive per l’inserimento lavorativo dei disoccupati:
“Il Mia nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva.”
Una delle critiche che infatti ha ricevuto il reddito di cittadinanza per come è conosciuto oggi, è proprio quella di non consentire facilmente l’inserimento lavorativo dei percettori. I dubbi intorno al futuro di questo sostegno quindi si sono moltiplicati, e il nuovo governo ha dichiarato più volte la propria volontà di cancellarlo o modificarlo radicalmente.
Secondo le prime ipotesi si sceglierà per la modifica del sostegno, che diventerà uno strumento per avvicinare le persone al lavoro, piuttosto che un sussidio puramente economico.
La nuova Misura di Inclusione Attiva avrà diverse caratteristiche sia per limiti di accesso che per importo delle erogazioni, tuttavia il testo della riforma del reddito di cittadinanza non è ancora pronto, per cui si possono solamente individuare alcune ipotesi. La nuova misura dovrebbe già partire quest’anno, entro settembre.

Chi potrà beneficiare della misura MIA
A beneficiare della nuova MIA saranno pressoché gli stessi soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza, tuttavia il cambiamento maggiore a questo proposito riguarderà la distinzione tra due categorie specifiche di soggetti che potranno avere accesso al sostegno:
- famiglie povere senza persone occupabili: rientreranno qui i beneficiari per cui in famiglia sono presenti persone non occupabili al lavoro, ovvero minorenni, disabili o persone sopra i 60 anni di età;
- famiglie con persone occupabili: in questa categoria rientreranno le famiglie senza persone non occupabili, e con persone occupabili dai 18 ai 60 anni di età.
Non è ancora ben delineato il quadro di norme che andranno a regolamentare il funzionamento della nuova MIA per le diverse categorie, quello che è certo è che cambieranno anche gli importi e la durata di applicazione della misura, rispetto a quelli attuali del reddito di cittadinanza. Si parla comunque di un importo di base di 500 euro per chi è da solo.
Va tenuto presente che l’importo minimo è una misura voluta anche dall’Unione Europea, per cui anche in Italia si è parlato spesso negli ultimi mesi di come cambiare il reddito di cittadinanza, o dell’introduzione del così detto salario minimo, che per il momento è rimasta solamente un’ipotesi.
Stretta sul reddito di cittadinanza
Una delle modifiche principali riguarda quindi la stretta sugli importi e la durata del sostegno. La nuova MIA sarà quindi applicabile per un tempo più breve rispetto a quanto accade oggi con il reddito di cittadinanza, e non potrà essere richiesta a ripetizione.
Secondo le prime ipotesi quindi MIA durerà per le famiglie povere senza occupabili circa 18 mesi, mentre per la categoria di soggetti occupabili non potrà prolungarsi oltre un anno.
Per ciò che riguarda gli importi, si prevede, sempre secondo le ipotesi, l’erogazione di circa 500 euro per un soggetto solo, mentre per i soggetti occupabili si prevede un assegno alleggerito a 375 euro.
Una stretta potrebbe arrivare anche per ciò che riguarda il sostegno aggiuntivo per il pagamento dell’affitto: attualmente il reddito di cittadinanza prevede cifre fino a 280 euro al mese in aggiunta per consentire il pagamento dell’affitto ai disoccupati, mentre in futuro questa aggiunta potrebbe essere tagliata o ricalcolata in base al nucleo familiare.
Si ipotizza una ulteriore stretta sui limiti per l’accesso alla nuova misura: attualmente a poter chiedere il reddito di cittadinanza sono le famiglie che hanno un ISEE inferiore al valore di 9.360 euro, mentre MIA potrebbe prevedere una soglia inferiore, a 7.200 euro. Tra i requisiti che verranno modificati c’è anche quello dell’obbligo della residenza in Italia di 10 anni, che verrà ridotto a 5 anni.
Si ipotizza che almeno un terzo degli attuali beneficiari potrebbe essere escluso dal percepire questo sostegno. La misura invece andrà a prevedere degli aumenti per i nuclei familiari più numerosi.
Come funzionerà MIA
Visti quali saranno con molta probabilità i requisiti e gli importi della misura MIA, vediamo come potrebbe funzionare. Come anticipato, l’obiettivo di questa misura è quello di inserire nel mondo lavorativo coloro che sono senza lavoro.
In quest’ottica verrà sviluppata una piattaforma online apposita per la misura, e in base alla categoria del nucleo familiare si prevedono due strade:
- i nuclei in cui non sono presenti persone occupabili verranno destinati ai singoli Comuni, per percorsi di inserimento sociale specifici;
- i nuclei in cui sono presenti persone occupabili verranno destinati ai Centri per l’Impiego, dove dovranno sottoscrivere un patto di inserimento al lavoro per ottenere la MIA, e iniziare un apposito percorso.
Si ipotizza che oltre ai centri per l’impiego possano essere coinvolte anche imprese private nello sviluppo di contratti di lavoro per l’inserimento degli occupabili. Un singolo rifiuto all’inserimento lavorativo causerà la perdita della MIA. Tuttavia queste proposte di lavoro saranno entro la provincia o le provincie confinanti di residenza del lavoratore.
Aumenteranno i controlli sulla MIA
L’erogazione del sussidio collegato alla nuova misura sarà sottoposta a nuovi controlli, per evitare che a recepire la misura siano persone che in contemporanea lavorano in nero, fenomeno molto diffuso da quando è presente il reddito di cittadinanza.
Il governo attuale intende quindi erogare il nuovo reddito solamente a chi si trova senza occupazione, e rientra nei requisiti visti sopra, e inoltre intende risparmiare sulla misura.
Sanno esclusi quindi coloro che non rispettano le norme intorno alla nuova MIA, o che non accettano l’inserimento lavorativo.

MIA e partita Iva
Rimane aperta l’incognita sul funzionamento della nuova misura per chi ha una partita Iva attiva, per cui ci si aspetta che il funzionamento del reddito di cittadinanza venga confermato per questi soggetti. Vediamo come funziona al momento il sussidio per le partite Iva.
Nel rispetto dei requisiti per l’accesso alla misura, attualmente anche chi ha una partita Iva può ottenere il reddito di cittadinanza. Chi è autonomo quindi deve dimostrare di rientrare nella soglia di reddito necessaria ad accedere alla misura.
Anche i requisiti che riguardano la residenza e le proprietà mobiliari e immobiliari sono gli stessi, al pari di come accade per un dipendente o un disoccupato. Tuttavia esiste la possibilità di chiedere un anticipo della RdC per chi vuole aprire una partita Iva per avviare una nuova attività.
Nella pratica, chi riceve il reddito di cittadinanza attualmente può richiedere un anticipo di alcune mensilità, fino alla cifra di 4.680 euro, per avviare la propria attività autonoma e ricevere così un aiuto importante nel primo periodo.
Tale sostegno può decadere nel momento in cui si chiude l’attività, se si vende la quota di capitale entro il primo anno di attività, o se si perde il diritto di ricevere l’RdC.
Si attende di conoscere le evoluzioni di questa possibilità di anticipo per l’apertura di una Partita Iva anche con la nuova misura MIA, per cui al momento non si possono ancora fare ipotesi a riguardo.
MIA e incentivi per le imprese
Una novità che riguarda da vicino la nuova MIA coinvolge anche le imprese, tramite nuovi incentivi. Per chi assume infatti sarà possibile accedere ad interessanti sgravi contributivi, del 100%, per almeno due anni.
Nel dettaglio, i datori di lavoro che assumeranno personale, a tempo determinato o indeterminato, che si trova nella categoria degli occupabili, potrà ricevere questo beneficio contributivo per 24 mesi. Il periodo si riduce a 12 mesi nel caso di assunzioni part time o stagionali.
Al momento si parla ancora di ipotesi, al vaglio infatti ci sono diverse possibilità e la questione è ancora in discussione. Tuttavia la misura MIA potrebbe diventare anche un forte incentivo alle assunzioni, e motivo di risparmio per le imprese.
Reddito di cittadinanza diventa MIA – Domande frequenti
Nel 2023 il reddito di cittadinanza diventerà MIA, ovvero Misura di Inclusione Attiva. Ecco come cambieranno requisiti e importi.
Nel 2023 si potrà accedere all’RdC, ovvero con la nuova misura MIA, con una soglia ISEE abbassata a 7.200 euro. Tuttavia non sono ancora arrivate conferme definitive.
L’attuale reddito di cittadinanza diventerà MIA, Misura di Inclusione Attiva. Verranno modificati requisiti, caratteristiche e importi, con una stretta alla misura attuale.
L’attuale maggioranza parlamentare aveva preso milioni di voti da persone contrarie al Reddito di Cittadinanza, adesso questo Governo non sa dove “sbattere la testa” per cercare di tagliare fondi e nello stesso tempo non perdere i consensi di chi ci aveva creduto, dopo tutte le bugie raccontate soprattutto in campagna elettorale 2022. L’RdC è stato sempre boicottato dalle regioni, andava sicuramente migliorato, c’erano già le relative proposte ma sono state ignorate…
Ora l’intenzione di chiamarla “MIA” (quindi non cancellare il sussidio come promesso) con quello che si preannuncia sarà un vero disastro, molto peggio di prima.