Medici e infermieri scelgono la Partita Iva: gli ultimi dati

Aumenta il numero di medici ed infermieri che scelgono la libera professione. Scopriamo i motivi di questa scelta.

di Pierpaolo Molinengo

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Medici con Partita Iva
  • Cresce il numero di medici ed infermieri che scelgono di lavorare con la Partita Iva.
  • I liberi professionisti possono arrivare a guadagnare fino a 50.000 euro netti all’anno.
  • Gli stipendi nella sanità pubblica registrano numeri inferiori, di circa 1.780 euro al mese.

Aumentano medici e infermieri che preferiscono lavorare con la Partita Iva. Una scelta che, in un certo senso, sembra essere un vero e proprio paradosso, dato che si sta venendo a creare un’emorragia di personale sanitario.

A mettere in evidenza questa novità è stato Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, il quale ha tracciato come si stanno muovendo medici ed infermieri nel mondo del lavoro. Secondo De Palma i professionisti del settore hanno uno stipendio medio di 1.780 euro al mese.

In molte regioni, come succede ad esempio in Sardegna, questo importo è ancora una lontana chimera: l’infermiere, che decide di rimanere nella sanità pubblica, rischia di essere talvolta sottopagato, costretto a dei turni interminabili e con la speranza di una maggiore valorizzazione economica. Per questo molti professionisti della sanità scelgono di licenziarsi ed aprire una Partita Iva.

Medici ed infermieri scelgono la Partita Iva

Siamo, a tutti gli effetti, davanti a dei paradossi della sanità italiana, soprattutto dando ad uno sguardo a quello che sta accadendo in due regioni: il Piemonte e l’Emilia Romagna. Quanto sta accadendo in questi due territori non sembra essere, comunque, un caso isolato.

Ma partiamo proprio dal Piemonte: secondo De Palma aumentano i casi dei medici che si stanno licenziando dal sistema pubblico ed iniziano ad appoggiarsi a delle cooperative per svolgere il loro lavoro.

A fronte di una vera e propria mancanza di personale, le aziende sanitarie piemontesi arrivano a pagare fino a 120 euro l’ora un medico esterno.

La situazione sembra ripetersi anche in Emilia Romagna, dove i casi simili riguardano principalmente gli infermieri. In questo caso non sono legati alle cooperative, perché un professionista non può permettersi di farsi pagare fino a 120 euro l’ora come un medico. Ma cosa succede quindi? A spiegarlo è De Palma:

Dopo 20 anni di servizio, ci raccontano i nostri coordinatori locali, forti di una solida esperienza sul campo, sempre più infermieri decidono di licenziarsi e di rinunciare a contratti a tempo indeterminato nella sanità pubblica, dove percepiscono magri stipendi che non fanno certo il paio con il mutato costo della vita. Chi se lo può permettere, decide allora di aprirsi partita Iva.

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Quanto si guadagna con la Partita Iva

Le motivazioni che portano i medici e gli infermieri a licenziarsi e ad aprire una Partita Iva sono molto chiare. Stando alle stime di Nursing Up, un infermiere libero professionista, che lavori cinque o sei giorni alla settimana, può arrivare a guadagnare 50.000 euro netti all’anno.

La situazione così come riscontrata, è davvero paradossale, perché sono le stesse aziende sanitarie a scegliere di non valorizzare i propri dipendenti e far in modo che decidano di intraprendere la libera professione. Considerando che il personale risulta essere pesantemente carente, mancando all’appello almeno 80.000 unità.

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Come diventare infermieri con Partita Iva

Sono molti gli annunci che si trovano sui motori di ricerca in rete di aziende che sono alla ricerca di infermieri con Partita Iva. Questo dimostra che è, sostanzialmente, una figura professionale particolarmente richiesta, soprattutto ai giorni nostri. Gli infermieri trovano occupazione in contesti molto diversi, che sono:

  • sanità pubblica, come ospedali ed Asl;
  • strutture private convenzionate o meno con il SSN;
  • studi medici;
  • comunità;
  • case di cura e riposo;
  • assistenza domiciliare a soggetti anziani e/o ammalati.

In passato per poter esercitare la professione di infermiere, indipendentemente che si avesse la Partita Iva o meno, era sufficiente frequentare un corso professionalizzante. Oggi il percorso di studi è completamente diverso. È necessario frequentare:

  • un corso di Laurea in Scienze Infermieristiche (triennale), con 1.800 ore di tirocinio ed esame di abilitazione;
  • un corso di Laurea Magistrale in Infermieristica (biennale) e/o Master di I o II livello.
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Aprire la Partita Iva come infermiere

L’infermiere che abbia intenzione di svolgere la libera professione, ha la possibilità di aprire la Partita Iva. Sono tre i passaggi fondamentali per poterlo fare:

  • presentare telematicamente all’Agenzia delle Entrate il Modello AA9/12;
  • utilizzare il Codice Ateco 86.90.29, che indica anche l’attività di infermiere;
  • comunicare il regime fiscale che si vuole adottare.

Queste operazioni possono essere effettuate molto facilmente online. Tuttavia la scelta migliore è quella di farsi affiancare da un consulente, in modo da non commettere errori e non dimenticarsi nulla.

Medici e Partita Iva – Domande frequenti

Perché gli infermieri decidono di aprire una Partita Iva e si licenziano dalla sanità pubblica?

Lo stipendio di un infermiere si attesta intorno alle 1.780 euro al mese, cifra che non è detto che venga sempre riconosciuta. Un libero professionista può arrivare invece a guadagnare 50.000 euro all’anno, lavorando cinque o sei giorni la settimana.

Cosa fare per aprire la Partita Iva come infermiere?

Risulta possibile fare tutto telematicamente, collegandosi con il sito dell’Agenzia delle Entrate. Il suggerimento è quello di essere affiancati da un professionista, per non commettere errori.

Con la libera professione è facile trovare lavoro per medici e infermieri?

Si calcola che nel comparto della sanità mancano almeno 80.000 unità, i cui ruoli sono coperti in parte da personale che lavora con la Partita Iva. Ecco gli ultimi dati.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 25 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

1 commento su “Medici e infermieri scelgono la Partita Iva: gli ultimi dati”

  1. Si pone tuttavia il problema che il professionista sanitario a partita iva, se inserito stabilmente in un’organizzazione (turni di lavoro e orari) si configura come lavoratore subordinato e quindi oltre a percepire paghe di tutto rispetto come quelle attuali (visto il periodo di carenza), di fatto maturano il diritto a percepire TFR annessi e connessi. Le ultime sentenze di Cassazione mi sembrano chiarissime, nonostante ormai le tariffe orarie siano fuori controllo.

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