Punto di vista: la nostra nuova rubrica
Con l’anno nuovo inauguriamo “Punto di vista”, una rubrica mensile che nasce con lo scopo di fornire pareri, idee e punti di vista su argomenti specifici posti a noi dai nostri lettori e spiegati con un linguaggio accessibile anche per i non addetti ai lavori.
Si tratta del nostro punto di vista e come tale suscettibile di revisione, precisazione ed approfondimento, anche attraverso il dibattito e il confronto aperto.
Il tema del mese è l’apertura di una startup innovativa nell’ambito della pianificazione urbana e territoriale.
Il quesito
Il quesito ci è stato posto da due giovani italiani che hanno studiato all’estero e vorrebbero lavorare in Italia. Di seguito una sintesi della richiesta:
Siamo due giovani (rispettivamente 27 e 32 anni) rientranti in Italia dopo aver terminato un percorso di studi magistrale all’estero.
Stiamo muovendo i primi passi per l’apertura della nostra startup innovativa che avrà lo scopo di applicare una metodologia della pianificazione nello sviluppo di piani urbani e territoriali. Si tratta di un processo collaborativo di pianificazione territoriale che applica un approccio sistemico alla creazione di scenari di sviluppo, guidato dalla conoscenza geografica del contesto e costantemente supportato da tecnologie digitali.
Vorremmo porvi qualche domanda generale sull’apertura di una startup innovativa con sede Italiana:
- Qual’è la tempistica media (dall’invio della documentazione, alla partita iva) per l’apertura una startup innovativa?
- Quali sono le agevolazioni fiscali e riguardanti la tassazione? E poi, una volta costituita la startup innovativa, quali sono gli adempimenti fiscali nel corso dell’anno (bilanci mensili ed annuale; libro fatture; ecc..)?
- Per chiudere o cambiare la struttura della compagnia (da startup innovativa a SRL) qual’è il procedimento, quali le tempistiche e i costi?
- Considerando che uno dei punti è di: “fare i propri affari e interessi in Italia o in uno degli stati dell’Unione Europea ”; cosa accade nel caso si prospetti un progetto in America, Asia, Oceania? Possiamo prendere l’incarico o incappiamo in problematiche? L’idea è di lavorare principalmente in Italia ma avere i titoli per farlo anche in ambito internazionale.
- Secondo punto per startup innovativa: “nei casi di nuova costituzione non potrà essere distribuito utile per i primi 3 anni”. Cosa si intende per distribuire utili? Assumere? Oppure si intende che i soci non potranno ricavare degli stipendi dalla start up? Sono 5 anni, non 3. La società, al netto dei costi deducibili, avrà un utile da assoggettare a tassazione.
Il nostro Punto di vista
Rispondiamo, in ordine, alle domande:
- In caso di apertura di startup innovativa con notaio la media si aggira, mediamente, sui 5/10 giorni. Utilizzando la procedura telematica per startup innovative la media è di 20/40 giorni, dal momento in cui viene inoltrata la pratica;
- Non esistono agevolazioni sulla tassazione: le agevolazioni fiscali riguardano gli investimenti nella startup innovativa (30% di detrazione persone fisiche e 30% deduzione società). Le imposte societarie sono del 24% (IRES) e 5% circa (IRAP);
- Gli adempimenti ordinari sono: Il deposito del bilancio annuale, dichiarazione dei redditi, IVA, IRAP societaria, liquidazioni IVA, Spesometro, ecc. La startup innovativa è una società di capitali o cooperativa, quindi non serve fare alcuna variazione. Quello di startup innovativa è semplicemente uno status, che ha una durata di 60 mesi se non vengono meno i requisiti societari;
- Non ci sono particolari problematiche in merito all’operare fuori dalla UE, ma credo sia stata fraintesa la ratio della norma: questa riguarda la sede della società, non l’operatività della stessa;
- Al netto della tassazione ci sarà un utile, che poi può essere distribuito tra i soci (come in tutte le società di capitali). La startup non può distribuire questi utili. I soci possono avere un proprio stipendio, come dipendente o come amministratore, in base alla loro attività.